OSAS: un acronimo sconosciuto per una sindrome assai diffusa

Il tuo partner ti dice che russi? Ti svegli con il mal di testa e più stanco di quando sei andato a letto? Forse soffri di osas e in questo articolo ti spiegheremo cosa sono.

Dall’inglese Obstructive Sleep Apnoea Syndrome ovvero Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS). Si tratta di una patologia correlata all’ostruzione, parziale o completa, ripetitiva delle prime vie aeree a livello della gola, largamente sotto diagnosticata sia per la poca informazione a riguardo che per una sintomatologia confondibile. Si manifesta solitamente con sonnolenza diurna che trae origine da un sonno disturbato a causa delle vie respiratorie ostruite, che causano l’interruzione della respirazione. Rientra all’interno della macro-area delle malattie del sonno, più correttamente conosciute come “Disturbi del Sonno”.

Per apnea notturna si intende l’arresto involontario completo (apnea) o parziale (ipopnea) del flusso d’aria nelle vie aeree, della durata di almeno 10 secondi. La persona che ne soffre non ne è tuttavia consapevole, motivo per cui viene anche definita “epidemia silente”.

L’apnea del sonno in base alla causa può essere:

  • di tipo centrale, ha origine neurologica, è causata da una temporanea sospensione dello stimolo nervoso verso i muscoli respiratori, come se il cervello si “dimenticasse” di respirare;
  • apnea ostruttiva o OSA (acronimo riferito a OSAS), che è causata da una ostruzione nelle vie aeree superiori e rappresentano la maggior parte dei casi di apnee notturne.
  • I polmoni cercano di espandersi, ma non ci riescono a causa dell’ostruzione del passaggio dell’aria nelle prime vie respiratorie. Le apnee ostruttive sono un grande sforzo per l’organismo: il battito cardiaco accelera, l’ossigeno nel sangue diminuisce, la pressione arteriosa aumenta e il sonno diventa più superficiale;
  • mista, come suggerisce il nome, è causata da entrambi i fattori responsabili dei tipi precedenti e che va considerata come un’apnea ostruttiva.

 

Uno dei metodi per valutare la presenza di OSAS è la polisonnografia, un esame che misura gli eventuali disturbi respiratori del sonno e che ha permesso di individuare, ad oggi, sette tipi di apnee notturne. Lo studio condotto alla Yale University su 1247 persone e pubblicato sulla rivista “Thorax” ha suddiviso l’apnea in:

  1. Leggera,
  2. Con movimenti periodici degli arti nel sonno,
  3. NON REM e sonno disturbato,
  4. REM e ipossia,
  5. Ipopnea e ipossia,
  6. Risvegli e sonno disturbato,
  7. Combinata grave.

 

L’apnea notturna ha sintomi quali:

  • forte russamento intermittente, perché interrotto dalle apnee, solitamente riferito dal partner,
  • sonno notturno frammentato,
  • cefalea al risveglio,
  • bocca asciutta al risveglio e sensazione di gola irritata,
  • eccessiva sonnolenza diurna,
  • ridotta capacità di memoria e di concentrazione,
  • ipertensione arteriosa,
  • riduzione della libido.

 

Un sonno disturbato e poco ristoratore può nel tempo creare effetti collaterali sulla salute anche al di fuori dell’apparato respiratorio. Fra i più comuni si riscontrano:

  • Diabete,
  • Obesità,
  • Depressione,
  • Ipertensione,
  • Cardiopatie.

 

A cosa si deve l’ostruzione del respiro mentre si dorme? Di notte, i muscoli del collo che sostengono le vie respiratorie tenendole aperte, tendono a rilassarsi. Come conseguenza, le vie respiratorie si restringono:

nel caso in cui si soffra di apnee notturne, queste rimangono ostruite, impedendo il passaggio parziale o totale dell’aria.

Questo fenomeno è causato da:

  • un rilassamento eccessivo dei muscoli della lingua e del collo;
  • dimensioni maggiori di lingua e tonsille rispetto all’ampiezza delle vie respiratorie;
  • una particolare struttura ossea di testa e collo che causano un restringimento delle vie respiratore all’altezza della bocca e del collo;
  • il sovrappeso o l’obesità: il tessuto adiposo in eccesso ispessisce la trachea;
  • l’età: con l’invecchiamento la capacità degli impulsi nervosi di mantenere rigidi i muscoli del collo tende a diminuire.

 

A parte questi, ci sono altri fattori che concorrono a causare apnea notturna. Fra questi va tenuto in considerazione che:

  • gli uomini tendono a soffrire maggiormente di OSAS rispetto alle donne,
  • la posizione supina mentre si dorme tende a favorire il rilassamento dei muscoli del collo. Se è il vostro caso, provate a dormire su un lato: il partner dovrebbe notare una diminuzione dell’intensità del russamento.

 

Più severa è la condizione maggiore è l’entità della sonnolenza. Uno dei maggiori rischi delle apnee notturne è che la sonnolenza, o il sonno involontario, accadano durante un’attività che richiede molta attenzione o potenzialmente pericolosa, ad esempio mentre si guida un veicolo.

Altre conseguenze delle apnee notturne riguardano, invece, le sfere sociale e lavorativa, che possono essere moderatamente o seriamente compromesse dalla mancanza di attenzione nelle attività quotidiane che ne può derivare.

Parlare con il proprio medico della propria condizione è il primo passo per poter fare la diagnosi dell’OSAS. Il medico procederà a una prima anamnesi con visita medica: nelle persone che soffrono di apnee notturne si potrebbe riscontrare un ingrossamento dei tessuti, del palato molle (la parte superiore della bocca) e dell’ugola (il tessuto che sporge nella parte centrale posteriore della bocca), mentre nei bambini non è raro che siano le tonsille ad essere ingrossate.

Se il medico lo ritiene opportuno può prescrivere uno studio del sonno. I due più comuni fra questi sono la polisonnografia, eventualmente coadiuvata da elettroencefalogramma, e il monitor portatile per lo studio a domicilio. Quest’ultimo è un monitor portatile che registra alcune informazioni durante il sonno, fra le quali:

  • la quantità di ossigeno nel sangue;
  • il battito cardiaco;
  • il movimento dell’aria nel naso durante la respirazione;
  • i movimenti del torace che indicano che c’è uno sforzo durante la respirazione.

 

In base ai risultati messi in evidenza dal monitor portatile la persona può essere sottoposta anche alla polisonnografia in un centro specializzato.

La polisonnografia, o poligrafia, è un’indagine strumentale che si effettua con un apparecchio, il poligrafo, che viene collegato al paziente tramite dei sensori cutanei situati alle estremità di diversi cavi, e permette di:

  • rilevare le apnee e le ipopnee durante il sonno,
  • monitorare i movimenti del torace e dell’addome,
  • classificare le apnee in centrali, ostruttive o miste,
  • mostrare le desaturazioni, la loro entità e le alterazioni del ritmo cardiaco,
  • riconoscere in quale fase del sonno si verificano le apnee: se nella fase REM, quella più “agitata” in cui aumentano il battito cardiaco e la frequenza respiratoria e si sogna; oppure nella fase NON REM, composta da 4 cicli in cui il sonno passa da leggero a pesante.

 

La polisonnografia è un esame del tutto indolore e non invasivo. Si esegue in un centro specializzato dove la stanza in cui la persona passerà la notte è munita di tutti gli strumenti per seguire l’attività notturna della persona.

L’esame è indicato anche a pazienti che segnalano difficoltà a dormire in un ambiente nuovo e monitorato, poiché il test riesce a registrare i risultati necessari anche con poche ore di sonno.