Il paziente pediatrico, seconda parte

Alla fine dello scorso articolo abbiamo sottolineato l’importanza, per il piccolo paziente, di effettuare visite periodiche dal dentista. In questo modo infatti si potranno intercettare eventuali problematiche prima che si possano manifestare e in condizioni che richiederanno un trattamento certamente meno invasivo. Un approccio di questo tipo è fondamentale non solo per prevenire o perlomeno  trattare le carie prima che possano causare un’eccessiva perdita della struttura dei denti ma anche per valutare la crescita del bambino dal punto di vista ortodontico.

L’ortodonzia è quella branca dell’odontoiatria che si interessa dello sviluppo dei denti e delle ossa mascellari (mandibola e mascella) nei quali essi sono inseriti, delle loro anomalie e dei possibili trattamenti correttivi che si possono mettere in atto.

Possiamo suddividere i trattamenti ortodontici in due fasi:

  • La prima fase viene detta ortodonzia intercettiva: viene effettuata durante la permuta dei denti e si occupa di andare ad interferire quelle forze muscolari che possono condizionare in maniera sfavorevole lo sviluppo armonico delle ossa mascellari. Questo può essere fatto con l’utilizzo di apparecchi, generalmente mobili e attraverso esercizi di rieducazione dei movimenti della lingua e della muscolatura periorale. Lo scopo è quello di predisporre al corretto rapporto delle arcate dentarie, alla creazione degli spazi sufficienti per l’allineamento dentale e ad eliminare le interferenze muscolari in modo da facilitare la seconda fase del trattamento ortodontico ed evitare il più possibile eventuali recidive;
  • La seconda fase viene effettuata al completamento della permuta (o comunque nella sua fase finale) e può essere eventualmente preceduta da un primo trattamento intercettivo.

Fondamentale per il corretto allineamento dei denti permanenti è anche il mantenimento dei denti decidui fino alla loro fisiologica esfoliazione. Una perdita precoce del secondo molaretto deciduo, ad esempio, potrebbe causare una rotazione più o meno severa del primo molare permanente. I denti decidui, infatti, hanno anche la funzione di guidare la corretta eruzione dei denti permanenti e di mantenere i corretti spazi entro i quali i denti permanenti andranno poi a posizionarsi.

La diagnosi in ambito ortodontico si basa sia sull’osservare le caratteristiche del volto, del viso e della bocca del piccolo paziente sia sulla valutazione di esami radiografici specifici: ortopantomografia e teleradiografia latero-laterale; questi permetteranno di studiare più approfonditamente i rapporti esistenti tra i denti e le ossa mascellari. La richiesta di questi esami dipende ovviamente da caso a caso ma sarà imprescindibile per eseguire una corretta diagnosi ed impostare quindi un corretto piano di trattamento.

Prevenzione in ambito di ortodonzia pediatrica ha anche lo scopo di individuare e correggere alcuni atteggiamenti che il piccolo paziente ha e che se mantenuti e protratti oltre una certa età andranno ad influire sicuramente sulla crescita ossea delle ossa mascellari. Tali atteggiamenti vengono definiti come abitudini viziate: sono dei comportamenti di tipo funzionale-motorio non finalizzati a qualcosa di specifico. Le più frequenti e conosciute sono: 

  • La respirazione orale: ovvero la respirazione che avviene attraverso la bocca. Può essere dovuta a un ostruzione delle vie aeree, specialmente a livello di naso e faringe. Il bambino presenta caratteristiche tipiche a livello del volto come occhiaie, forma del viso allungato e narici strette;
  • La deglutizione atipica: cioè un disturbo del meccanismo di deglutizione causato da movimenti linguali non corretti. La deglutizione che avviene con una spinta in avanti della lingua sugli incisivi è normale nei lattanti ma con la crescita questo movimento si modifica, con la lingua che va “a puntarsi” contro il palato; se ciò non avviene si parla di deglutizione atipica;
  • Ciucciamento del dito o del ciuccio oltre i 3 anni: per prevenire complicanze ortodontiche questa abitudine non dovrebbe essere protratta oltre i 4-5 anni.

Bisogna fare attenzione anche all’eventuale abitudine del bambino di mangiarsi le unghie, mordere la penna o comunque tenere oggetti tra i denti.

I genitori hanno un ruolo fondamentale nel riconoscere queste condizioni e segnalarle al curante  in modo da sottoporre il bambino a controlli da parte dell’odontoiatra e anche di altri specialisti che possono essere importanti nel trattamento di queste condizioni: pediatra, otorinolaringoiatra, allergologo, logopedista.